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Norma ‘blocca-trivelle’: appello di Confindustria

Un appello alla politica affiché “usi competenza e moderazione nell’affrontare temi così delicati come l’energia”. La norma ‘blocca trivelle’ sta fortemente preoccupando Confindustria, non solo per le ricadute immediate che il provvedimento potrebbe avere, ma anche “per l’approccio ideologico con cui il tema è stato trattato”. Così Guido Ottolenghi, presidente gruppo tecnico logistica, trasporti e economia del mare di Confindustria lancia l’allarme per la metodologia con la quale vengono trattate problematiche così delicate e decisive. “È necessario prendere posizione perché quel che succede oggi al settore estrattivo potrebbe succedere domani a qualunque settore industrial – avverte Ottolenghi – è una condanna frettolosa e ideologica, le cui conseguenze ricadranno su famiglie e territori per generazioni”.

Sul tema trivelle “prima di smantellare l’esistente totalmente e dal nulla sarebbe opportuno valutare le conseguenze e gestire la transizione – afferma – Noi siamo pronti al dialogo e rifiutiamo questo modo di pensare e di agire”. Per Confindustria “non è in discussione l’obiettivo di crescita delle fonti rinnovabili, ma di certo non lo si raggiunge attraverso il blocco immediato delle attività in corso di ricerca e prospezione, che appare del tutto irrazionale se si considerano gli investimenti degli operatori economici, le autorizzazioni già in essere e i prevedibili impatti occupazionali e sulla competitività del Paese”.

Il settore estrattivo – rileva via dell’Astronomia – sostiene miliardi di investimenti ogni anno, dà lavoro a quasi 100.000 persone in tutta Italia. Nel periodo 2018-2030 gli investimenti dei principali operatori in questo settore, in Italia, sono stimati in circa 13 miliardi di euro. Si contano ad oggi circa 57 imprese che detengono permessi di ricerca e concessioni di coltivazione e 157 che forniscono beni e servizi di supporto alle attività estrattive. Il settore, inoltre, si caratterizza anche per un impegno costante sui temi della sicurezza dei lavoratori e degli impianti. Nel corso degli ultimi 5 anni, gli indicatori di performance ambientali hanno registrato un miglioramento continuo, in particolare in relazione alle emissioni di gas serra, all’utilizzo delle acque di strato e prelievo di acqua dolce, alla produzione di rifiuti e all’efficienza energetica. Nel campo della sicurezza, si è registrata una costante riduzione degli incidenti sul lavoro, che nel comparto upstream sono circa 10 volte inferiori alla media nazionale per il settore industria e servizi.

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