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Bolt, la startup che aiuta i piccoli venditori a contrastare Amazon

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Di David Z. Morris – Bolt, una startup che si occupa del processo di vendita di prodotti sul web e che ha debuttato in Borsa nel gennaio 2018, ha annunciato di aver raccolto 68 mln di dollari di nuovi finanziamenti, con una valutazione non divulgata. Il nuovo round è co-guidato da Activant Capital (Boxed, Forter) e Tribe Capital e comprende investimenti personali da leader attuali e passati di rivenditori come Allbirds, Bombas e Jet.com. Gli investimenti portano il finanziamento totale di Bolt a 90 mln di dollari.

Gli obiettivi di Bolt sono ambiziosi: la startup vuole fornire un pacchetto software di checkout super veloce per rivenditori indipendenti e, nel processo, dare loro una possibilità di combattere contro un colosso come Amazon.

Secondo Ryan Breslow, CEO e co-fondatore di Bolt, Amazon ha “speso centinaia di milioni di dollari per perfezionare il flusso” dell’esperienza di acquisto del sito. Quel ‘flusso’ di pagamento più rapido può incoraggiare gli acquirenti a spendere di più. In uno studio del 2017, ad esempio, l’azienda di infrastrutture digitali Akamai ha rilevato che i siti web che erano solo un decimo di secondo più lenti dei concorrenti hanno visto il tasso di conversione (la percentuale di visitatori del sito che effettivamente fa un acquisto) calare del 7%. La vendita al dettaglio online è particolarmente crudele quando arriva il momento del pagamento: l’80% degli acquirenti che abbandonano semplicemente i propri carrelli prima di pagare.

Ma per i siti più piccoli è quasi impossibile raggiungere il grado di raffinatezza di Amazon, e Bolt dice che vuole cambiare questa equazione rendendo una procedura di pagamento rapida accessibile anche ai venditori online più piccoli. Breslow afferma che Bolt, che combina un’interfaccia di pagamento con i servizi di rilevamento delle frodi, ha tagliato i tempi medi di check-out sui siti dei propri clienti quasi della metà, da circa un minuto a poco più di 30 secondi.

Secondo Breslow, gran parte di questo risparmio di tempo deriva dall’integrazione nel processo del rilevamento delle frodi. Bolt utilizza indicazioni comportamentali come i movimenti del mouse per assicurarsi che un cliente sia chi dice di essere. Il sistema di Bolt riduce il tempo normalmente impiegato per inviare i dati a terzi, e inoltre riduce il lavoro degli acquirenti riempiendo per loro i vari campi, come l’indirizzo di fatturazione, campi che esistono principalmente per aiutare a individuare le frodi, ma che a Bolt non servono.

La startup ha risultati antifrode così buoni che offre di coprire il costo di qualsiasi frode che si possa far sfuggire (in cambio di una tariffa mensile fissa), approvando anche molte transazioni che altri sistemi potrebbero bloccare. Molti rivenditori che utilizzano Bolt hanno riportato grandi miglioramenti nei tassi di conversione, con più visitatori che effettivamente acquistano qualcosa, a quanto pare grazie alla maggiore convenienza dell’utilizzo di Bolt al momento del pagamento. Breslow descrive Bolt come un ‘prodotto premium’, poiché è più costoso su base per transazione rispetto ai prodotti di alcuni concorrenti. Ma recuperando quele transazioni che altrimenti andrebbero perse, la società sostiene che i suoi clienti ssi trovino comunque un passo avanti rispetto alla concorrenza.

Una strada difficile

Bolt dice che ora ha superato 1 mld di dollari nel volume di pagamenti elaborati annualmente, ha condotto oltre 1,5 milioni di transazioni e ha più di 100 clienti, inclusi negozi e boutique come il marchio di abbigliamento Huf Worldwide e il produttore di mobili Polywood. Questi numeri sono ancora piccoli rispetto ai concorrenti come Shopify, che si rivolge a piccoli rivenditori online. Shopify rivendica 100 mld di vendite dalla sua fondazione del 2004.

Ma Bolt pensa di aver trovato una nicchia unica con quella che Breslow chiama la sua ‘checkout platform’. Questo è in contrasto, da un lato, con Venmo o Stripe, che si concentrano principalmente sul trasferimento di denaro; e dall’altra, alle piattaforme di e-commerce full-service come BigCommerce o Shopify, il cui approccio ingloba tutto, dal design del sito web agli strumenti di marketing online. Bolt non vuole essere troppo piccolo, ma neanche così grande da bloccare gli utenti in un unico ecosistema. Breslow riconosce che “alcune piccole funzionalità si sovrappongono” con le grandi piattaforme di e-commerce e i fornitori di pagamenti, ma afferma che li vede comunque come potenziali partner. “Siamo entusiasti di lavorare con loro”.

Bolt ha già integrato molti servizi e quest’anno aggiungerà PayPal come opzione di pagamento, ma l’idea che non siano concorrenti potrebbe non essere realistica. In particolare, PayPal mette in parallelo molte delle funzioni di Bolt, come gli account utente che contengono informazioni sulla spedizione, sulla fatturazione e sulla banca, consentendo un flusso di verifica con un clic o due clic. Ciò ha un impatto notevole sui tassi di conversione e gli acquirenti scelgono PayPal poiché il loro metodo di pagamento aiuta a completare l’acquisto dell’82% in più rispetto alla media dei metodi non PayPal, più o meno la stessa percentuale rivendicata da Bolt. Alcuni negozi online che utilizzano Bolt hanno messo il suo pulsante di pagamento proprio accanto a quello di PayPal.

Pagamenti e processi di vendita per l’e-commerce sono diventati un campo estremamente competitivo, con Apple e Google ora nella mischia. Entrare a questo punto è “una cosa davvero difficile da fare”, secondo Mike Dudas, ex capo dello sviluppo del business mobile a Braintree/Venmo, e cofondatore della startup per i pagamenti mobili Button. Dudas è anche scettico sull’affermazione di Bolt di poter vantare un’eccezionale individuazione delle frodi, sottolineando che per allenare i sistemi di prevenzione delle frodi serve principalmente una quantità di dati che Bolt non ha ancora. Breslow riconosce che Bolt non ha la stessa ampiezza di dati di un gigante come Visa, ma afferma che il suo approccio più ‘granulare’ e basato sul comportamento consente di ottenere risultati di rilevamento delle frodi simili o migliori.

La difficoltà della missione di Bolt può essere controbilanciata, agli occhi degli investitori, da uno scenario in cui il payoff è ancora più grande di un semplice spodestamento di Paypal. Oltre a una verifica più veloce, Breslow afferma che Bolt vuole offrire ai venditori indipendenti alcuni elementi dell’Amazoniana conoscenza dei prodotti, guidata dai dati di acquisto, che saranno condivisi tra ciò che definisce ‘user network’. Amazon è in grado di vendere di più ai clienti formulando suggerimenti basati sugli acquisti precedenti, ma attualmente è difficile per i piccoli rivenditori replicare o sfruttare tali informazioni. “Alcuni di questi commercianti vedono i clienti forse una volta all’anno”, afferma Greg Greiner, responsabile del prodotto di Bolt e ex capo del prodotto ‘business travel’ di Uber.

Rendere questi piccoli negozi parte di una rete che imiti i meccanismi di Amazon sarebbe a sua volta uno dei principali incentivi per l’ingresso di altri clienti, trasformando potenzialmente Bolt in un aggregatore di dati per ogni rivenditore su Internet – tranne Amazon. Anche nel mondo incredibilmente affollato e sfidante dei servizi di e-commerce, quel sogno lontano sembra essere abbastanza per trascinare a bordo investitori più che ottimisti.

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