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Amazon, indagine Ue sull’uso dei dati di altri venditori

amazon seller

Sulla sua piattaforma, Amazon vende sia i suoi prodotti che quelli di altri venditori indipendenti, piccoli e grandi. Quello che ora ci si chiede in Europa è: l’utilizzo da parte di Amazon dei dati relativi alle transazioni di altri venditori, per quanto avvengano sulla sua piattaforma, viola le regole sulla concorrenza? La risposta a questa domanda la darà l’indagine aperta dalla Commissione Ue proprio per verificare se l’utilizzo dei dati dei dettaglianti indipendenti rappresenti una violazione. “Ho deciso di esaminare molto attentamente le pratiche commerciali seguite da Amazon, e il suo doppio ruolo nelle vendite all’ingrosso e al dettaglio, al fine di verificare se la società stia rispettando le regole Ue sulla concorrenza”, ha detto la commissaria Ue alla concorrenza Margarethe Vestager.

Amazon sta “offrendo la massima collaborazione alla Commissione europea e continueremo a lavorare intensamente per sostenere le aziende di tutte le dimensioni e per aiutarle a crescere”, precisa Amazon in una nota. La società segnala inoltre che l’Antitrust tedesco ha chiuso l’inchiesta relativa al Marketplace di Amazon senza sanzioni anche grazie alla decisione di adottare alcuni interventi che cambieranno diritti e responsabilità dei suoi partner commerciali. “Stiamo apportando diverse modifiche al Business Solutions Agreement di Amazon Services per chiarire i diritti e le responsabilità dei partner commerciali. Tali modifiche – si legge nella nota – saranno efficaci dal 16 agosto. Il 58% del fatturato lordo su Amazon proviene da venditori terzi e continueremo a lavorare intensamente, investire e inventare nuovi strumenti e servizi per aiutare i nostri partner commerciali in tutto il mondo a raggiungere nuovi clienti e far crescere il loro business”.

Secondo i primi accertamenti condotti in una fase preliminare, osserva la Commissione in una nota, Amazon utilizzerebbe informazioni ‘sensibili’ dal punto di vista della concorrenza, in particolare sui venditori all’ingrosso, i loro prodotti e le transazioni effettuate. E questo, secondo Bruxelles, potrebbe portare a comportamenti non corretti visto che Amazon opera attraverso il suo sito web come dettagliante ma allo stesso tempo mette anche a disposizione la sua piattaforma per operatori indipendenti in modo tale che anch’essi possano vendere direttamente i loro prodotti ai clienti.

“Dobbiamo assicurare che le piattaforme online non elimino i benefici che il commercio elettronico offre ai consumatori attraverso comportamenti anti-competitivi. Il commercio elettronico – ha osservato ancora Vestager – ha stimolato la concorrenza nelle vendite al dettaglio, ha ampliato le possibilità di scelta e ha fatto scendere i prezzi”. Quella dell’Antitust Ue non è l’unica indagine di questo tipo sul colosso di Jeff Bezos: “sappiamo che le autorità per la Concorrenza di Italia, Austria, Germania e Lussemburgo stanno indagando su alcune pratiche di Amazon. Ci siamo coordinati da vicino con il Bundeskartellamt tedesco e le altre autorità nazionali fin dall’inizio della nostra indagine, e siamo giunti alla conclusione che le loro indagini non si sovrappongono con le nostre, ma sono complementari, e perciò vanno avanti”, ha detto un portavoce della Commissione europea.

“Si faccia subito chiarezza e si accertino eventuali abusi”, afferma il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc), Massimiliano Dona, commentando la decisione della commissione Ue, e ricordando, anche lui, cosa si sta facendo in Italia. “Già l’Antitrust italiano ha avviato nell’aprile 2019 un procedimento istruttorio per accertare se vi è un abuso di posizione dominante – afferma Dona – L’Authority italiana vuole stabilire se i criteri in base ai quali si posiziona l’offerta di un venditore nelle pagine dei risultati sono chiari, trasparenti ed equi e vi è effettiva parità di accesso tra le aziende”. “È importante che il consumatore possa confrontare tutte le offerte e che il ranking dei risultati durante la ricerca di un prodotto non dipenda dai vantaggi di Amazon ma da un confronto competitivo basato sui meriti, sia rispetto alla qualità e convenienza del bene venduto sia rispetto all’affidabilità e serietà dell’azienda che lo vende”.

Anche il Codacons è soddisfatto dell’indagine su Amazon: “finalmente l’Antitrust Ue accende il suo faro sul colosso dell’e-commerce per fare chiarezza sulle pratiche messe in atto dalla società – spiega il presidente Carlo Rienzi in una nota – attendiamo l’esito dell’indagine e, se saranno accertate irregolarità con ripercussioni sul fronte della concorrenza tra venditori e quindi degli utenti finali fruitori dei servizi Amazon, siamo pronti ad intentare cause risarcitorie contro l’azienda sia per conto dei consumatori che hanno acquistato sul portale online, sia dei venditori eventualmente danneggiati da pratiche scorrette”.

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