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Il Governo ha dato l’ok a Cdp e Tim per la Rete unica

rete unica open fiber tim

La rete unica della banda larga italiana è più vicina. Il vertice dei rappresentanti della maggioranza con il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri avrebbe infatti dato il suo via libera al percorso individuato fra Cdp e Tim per la costituzione della società che gestirà le infrastrutture della rete unica a banda larga. All’incontro, nel corso del quale sono stati illustrati i contenuti della trattativa, è stato invitato anche l’ad di Cassa depositi e prestiti Fabrizio Palermo. Presenti anche il ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli, quello per l’Innovazione Paola Pisano, alla Giustizia Alfonso Bonafede, alla Cultura Dario Franceschini e alla Sanità Roberto Speranza, con Andrea Orlando (Pd) e Luigi Marattin (Iv).

 

 

Il percorso della formazione di una rete unica con le infrastrutture di Tim e Open Fiber, al centro di polemiche da anni, comincia ad avere una forma precisa grazie a quello che è diventato un nodo centrale della trattativa: la formazione della newco FiberCop tra Tim, il fondo americano Kkr e Fastweb per la gestione della rete secondaria di Tim, ovvero i cavi, prevalentemente in rame, che vanno dagli armadi che si trovano in strada alle abitazioni. FiberCop è fondamentale perchè proprio con questa nuova realtà si può coinvolgere Cdp, che è azionista di Tim (9,89%) e controlla Open Fiber (50%) insieme ad Enel, sciogliendo uno dei nodi principali della discussione sulla fibra italiana, cioè la preoccupazione che la nuova Rete unica venisse controllata, in sostanza, esclusivamente da Tim, con poca supervisione da parte dello Stato (Cdp) e a discapito di altri operatori.

 

 

Ora nella trattativa per la rete secondaria (la data da ricordare è il 31 agosto, quando si riunirà il cda di Tim per deliberare sulla formazione della nuova società) sono entrati nuovi attori: oltre a Tim, Kkr e Fastweb (attraverso le attività di FlashFiber, dove già collabora con Tim) dovrebbe far parte di FiberCop anche Tiscali. Dopo, in un secondo momento, farà il suo ingresso Cassa depositi e prestiti, portando in dote la rete di Open Fiber.

 

 

Tim e Tiscali infatti hanno sottoscritto un Memorandum of Understanding per definire i termini di una partnership strategica: l’oggetto è lo sviluppo del mercato ultra-broadband attraverso la partecipazione commerciale di Tiscali al progetto di co-investimento FiberCop. Il progetto, si legge in una nota, consiste, in un primo momento, nel razionalizzare la rete di Tiscali creando le condizioni per agevolare la migrazione dei propri clienti sulla rete ultrabroadband di FiberCop. Gli interventi consentiranno inoltre a Tiscali di ridurre in modo consistente i costi di infrastruttura di rete, evitando duplicazioni. Nel medio-lungo termine e in linea con il piano di sviluppo di FiberCop, l’accordo, si legge, “consentirà a Tiscali di attivare sulla rete di nuova costituzione una quota significativa dei propri accessi”. Tim e Tiscali, inoltre, “verificheranno successivamente, nel pieno rispetto dei diritti e delle prerogative riconosciute ai soci in virtù della disciplina statutaria e delle eventuali previsioni parasociali, la possibilità di un eventuale ingresso di Tiscali nell’azionariato di FiberCop attraverso il conferimento di apposito ramo d’azienda, secondo modalità da concordarsi”.

 

 

La trattativa tra Tim e Cdp di questi giorni ha visto incontrarsi anche l’ad di Tim, Luigi Gubitosi e l’ad di Cdp, Fabrizio Palermo. L’ipotesi di lavoro è una società per la rete unica nella quale Tim potrebbe anche avere la maggioranza nel capitale sociale ma in cui la governance sarà condivisa con una pluralità di soggetti. Una strada indicata domenica scorso dal ministro del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Nell’ipotesi in cui si arrivasse a un accordo tra Tim e Cdp bisognerà comunque spettare i via libera dell’autorità di regolazione italiana e europea. Sulla rete unica, dopo il vertice di Governo, si è già espresso il Partito Democratico: “Erano e restano fondamentali due punti: che sia assicurato un controllo pubblico nella governance della gestione della rete e che si proceda in armonia con le regole dell’antitrust italiana e europea”, sottolinea l’ex ministro e responsabile Innovazione del Pd, Marianna Madia. “Se queste condizioni vengono assicurate, l’accordo tra Cdp e Tim rappresenta una svolta per dotare il Paese di una infrastruttura fondamentale. Assicurare ai cittadini e alle imprese una rete unica, sotto il controllo pubblico, è una delle premesse per costruire un progressivo rilancio della competitività del sistema con la garanzia della tutela dei diritti e delle regole democratiche. Un passaggio fondamentale per l’Italia che vogliamo costruire”.

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