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Ovs punta al consolidamento. Con Stefanel nel mirino

stefano beraldo ovs

Da Luxury&Finance – Nelle varie e in qualche modo previste e prevedibili operazioni di consolidamento del mercato del fashion, uno dei player proattivi sarà sicuramente Ovs. Che non solo ha dichiarato il suo interesse su Stefanel, confermando così indiscrezioni che si erano rincorse negli ultimi tempi, ma ha addirittura varato un aumento di capitale fino a 80 milioni di euro finalizzato proprio a nuove operazioni di M&A.

 

Stefanel, per altro, esulerebbe da questo perimetro, avendo Ovs, per finalizzare una tale operazione, già “mezzi finanziari ampiamente nelle disponibilità correnti del gruppo”, come ha confermato l’amministratore delegato Stefano Beraldo.

 

 

Un annuncio che viene premiato dal mercato, che riversa acquisti sul titolo quotato a Piazza Affari. Ma andiamo con ordine.

 

Ovs in Italia ha una quota di mercato dell’8,1%. È presente con oltre 1.750 negozi in Italia e all’estero attraverso i marchi Ovs e Upim ed è quotato Piazza Affari da marzo 2015. Ovs è una delle realtà più apprezzate dalle società che emettono rating di sostenibilità: è stata selezionata da Global Fashion Agenda (GFA) fra le aziende più innovative grazie all’ implementazione dell’indice di circolarità del prodotto. Nel 2017 in occasione del Copenhagen Fashion Summit, organizzato da Global Fashion Agenda, Ovs è stata la sola azienda italiana ad avere sottoscritto con altre 85 aziende del mondo della moda il 2020 Circular Fashion System Commitment.

 

L’iniziativa prevedeva l’impegno a implementare una serie di attività e obiettivi concreti da realizzare nei tre anni successivi per accelerare la transizione dell’industria della moda verso un sistema circolare. Il ‘Report 2020 Circular Fashion System Commitment’ indica che Ovs è stata seleziona tra le 10 best practice più rilevanti e innovative per l’implementazione dell’indice di circolarità del prodotto, uno degli indicatori del progetto ‘Ecovalore’ sviluppato in collaborazione con l’Università di Padova.

 

Intanto la società ha archiviato i primi nove mesi del 2020 (chiusi il 31 ottobre) con un giro d’affari di 736,7 milioni di euro, in calo del 25,7% rispetto ai 990,9 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. L’Ebitda si è attestato a 40,1 milioni (-60,3%). In calo l’indebitamento finanziario netto: da 395,2 a 356,9 milioni. Le vendite “riflettono ancora il periodo di lockdown del primo trimestre, per quanto in netto recupero (il calo registrato nei primi tre mesi dell’anno era del 67,7%, ora ridotto al 25,7% nei primi nove mesi). Il progressivo recupero ha contraddistinto tutte le insegne, ma ha premiato maggiormente la rete di vendita di Upim, più estesa in piccole aree di attrazione, piuttosto che quella di Ovs, più presente in grandi centri città, e per questo caratterizzata da una minor affluenza a causa della chiusura degli uffici e del calo del turismo”.

 

Nel terzo trimestre dell’anno si assiste al rimbalzo: le vendite nette hanno raggiunto i 361 milioni di euro, in aumento del 6,1% rispetto al medesimo periodo del 2019 (+10% sino al giorno prima delle nuove restrizioni implementate dal Governo per far fronte alla pandemia nella seconda metà di ottobre). In forte crescita da inizio anno le vendite e-commerce che sono aumentate del 50%.

 

E se ancora “risulta difficile stimare se i vantaggi conseguiti fin qui possano considerarsi sufficienti per la realizzazione degli obiettivi economici per l’anno intero”, come afferma Beraldo, certamente la strategia sembra tracciata e risponde alla necessità, o meglio opportunità di consolidamento. È lo stesso ad ha spiegarlo: “in un contesto in cui molti attori stanno uscendo dal mercato Italiano, gli spazi di crescita e di consolidamento risultano essere più attraenti di prima e comprendono anche segmenti di offerta contraddistinti da fasce di prezzo più alte, consentendoci di capitalizzare ancora di più le nostre competenze facendo leva sulla qualità dei nostri prodotti”.

 

Per approfittare di queste opportunità, il board ha deliberato, all’unanimità, un aumento di capitale fino a 80 milioni di euro, comprensivi dell’eventuale sovraprezzo, da eseguirsi entro e non oltre il 31 luglio 2021, con emissione di azioni ordinarie Ovs, aventi le medesime caratteristiche di quelle già in circolazione alla data di emissione, senza indicazione del valore nominale e con godimento regolare, da offrirsi in opzione ai soci. Per gli analisti di Equita l’operazione si Stefanel dovrebbe comportare “un impegno di risorse molto limitato, soprattutto relativo a locations con opportunità di conversione nei formati del gruppo. L’interesse per il brand lascia supporre anche a una strategia di utilizzo all’interno dei negozi del gruppo (come fatto con Piombo sull`uomo), ma non escludiamo il mantenimento di negozi monobrand Stefanel”.

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