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Coronavirus, dentro la follia no vax

Sono giorni che mi arrivano messaggi in serie. Prima sui social, ora anche via mail e via whatsapp. Sorvolando sugli insulti e gli slogan triti e ritriti, ce ne sono alcuni che rappresentano un upgrade nel delirio no vax. In corrispondenza con il vaccineday, che dovrebbe rappresentare una data simbolica e condivisa nella lotta al Coronavirus, rimbalza sulle bacheche social, e viene riproposto nel mail bombing quotidiano, il tentativo di ancorare la retorica negazionista a precendenti storici che ne possano ‘nobilitare’ l’origine.

 

Ne ho isolati due, che sono particolarmente significativi.

 

Nel 1933 , diversi bambini vennero uccisi dalla somministrazione di un VACCINO SPERIMENTALE. Il fatto avvenne nelle primavera del 1933 a Gruaro; la chiamano “LA STRAGE DI GRUARO”: 28 bambini, dei 254 sottoposti a vaccinazione obbligatoria per ordine delle autorità pubbliche, morirono perché il piccolo comune del Veneto orientale era stato segretamente scelto per testare un nuovo vaccino contro la difterite. Dopo la vaccinazione tutti i piccoli, in età compresa fra i tredici mesi e gli otto anni, si sentirono male e 28 di loro morirono a causa di una sopraggiunta paralisi. Solo in seguito emerse tutta la verità”.

 

La verità è che non c’entra nulla “un nuovo vaccino” da testare e neanche “un vaccino sperimentale”. Nel caso di Gruaro, e stiamo parlando di Era fascista, fu fatto un errore e venne somministrato vaccino ‘vivo’, non bollito come invece prevedeva la prassi dell’epoca. Soprattutto, è senza senso accostare, come fanno i complottisti, un caso di malasanità che risale a novant’anni fa alle procedure rigorose di autorizzazione di un vaccino anti Covid.

 

“1976: una grave epidemia di influenza suina colpì gli Stati Uniti. Poco tempo dopo, il Presidente Ford si vaccinò in diretta e dette il via ad una nuova vaccinazione di massa. Nei mesi successivi, il vaccino fu ritirato per centinaia di casi di paralisi accertate con danni neurologici permanenti, in particolare la sindrome di Guillain-Barré, che può causare paralisi, arresto respiratorio e la morte”.

 

Il vaccino messo a punto nel 1976 negli Stati Uniti, in risposta alla diffusione di un diverso ceppo di H1N1 portò all’insorgere di un focolaio di una rara forma di paralisi: dei 43 milioni di persone vaccinate negli USA, circa 400 svilupparono la sindrome di Guillain-Barré (SGB), 25 delle quali morirono. Gli studi epidemiologici condotti hanno poi evidenziato che la vaccinazione contro l’influenza suina ha provocato un maggior rischio di 1 caso su 100.000 e che nessun vaccino contro l’influenza distribuito dopo il 1976 ha aumentato in modo significativo il rischio di sindrome di Guillain-Barré.

 

Per qualsiasi vaccino, e per qualsiasi farmaco, va considerato il rapporto tra rischi e benefici. Basta andare a leggere il bugiardino di uno dei farmaci più diffusi per capire che gli effetti collaterali sono, sempre e comunque, potenzialmente devastanti. E che nella realtà è potenzialmente più pericoloso consumare abitualmente Aspirina piuttosto che vaccinarsi contro il Covid. Il rischio senza prendere farmaci si azzera ma senza prendere farmaci si azzera anche il beneficio della cura e, nel caso di un virus, la prevenzione.

 

E, allora, ci si chiede: come è possibile che messaggi tanto distorti possano essere condivisi e presi per buoni? Come è possibile che diventino virali contenuti che non hanno alcun fondamento storico né, tantomeno, scientifico? Non solo è possibile, ma avviene continuamente nella piazza aperta e senza filtri dei social network. E allora diventa fondamentale trovare la forza per andare a smontare, un pezzo alla volta, la propaganda complottista. Tutta, e a maggior ragione quella che alimenta la follia no vax.

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