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Pnrr e Antiriciclaggio, come allontanare le mani della criminalità

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Evitare che il Pnrr diventi occasione per la criminalità di appropriarsi di fondi destinati alla crescita e alla modernizzazione del Paese. Per fare questo l’attività di contrasto al riciclaggio è centrale. Siamo in una fase in cui le risorse disponibili stanno aumentando in maniera esponenziale e a questo corrisponde anche l’aumento di opportunità per la criminalità di infiltrare l’economia sana. E l’economia sana e le imprese sane hanno molto da perdere dall’economia illegale. Ecco perché contrastare il riciclaggio vuol dire anche consentire alle aziende sane di avere più opportunità. E per fare questo serve anche un utilizzo incisivo delle nuove tecnologie, principalmente quelle informatiche, al fine di facilitare le adeguate verifiche preliminari nel rispetto della normativa vigente in materia di tutela e protezione dei dati. Di questo si è discusso nel corso della tavola rotonda organizzata da Fortune e dal Centro studi americani, rappresentato dal suo direttore Roberto Sgalla.

A mettere in evidenza i rischi è Claudio Clemente a capo della Uif, l’Unità di informazione finanziaria per l’Italia secondo cui con l’attuazione del Recovery plan le segnalazioni operazioni sospette (sos) “certamente aumenteranno”. “Quest’anno il complesso delle ‘segnalazioni operazioni sospette’ che sono pervenute si stimano possano essere intorno alle 140mila con un incremento del 20% rispetto all’anno scorso. Ormai stiamo assistendo negli ultimi 15 anni a un progressivo aumento delle segnalazioni che sono passate da circa 12mila, che era il dato nel 2007 alla nascita della Uilf, a una crescita di oltre dieci volte”. Tutto ciò però a giudizio di Clemente “è positivo” perché è dovuto “alla eccezionale crescita della cultura dell’antiriciclaggio all’interno del sistema”. Insomma, “non si tratta di un aumento della criminalità e dell’illegalità, anzi al contrario”.

Alessandra Cesari, responsabile compliance del Mediocredito Centrale, sottolinea il forte balzo delle operazioni a rischio di riciclaggio nel 2021 segnalate dal Fondo di garanzia delle pmi all’Uif: “Sono aumentate del 300% quest’anno”, riferisce. Ma soprattutto sottolinea il ruolo “da sempre fondamentale” che gli istituti di credito hanno. “Sono un elemento centrale del riciclaggio, nel senso che sono il tramite per permettere poi il lavaggio effettivo dei proventi dell’illecito, e proprio per questo hanno la responsabilità di intervenire per prevenire il più possibile che questo avvenga e quindi adottare sempre più sistemi, procedure e forme di intelligenza più evoluta per cercare di intercettare i fenomeni di sospetto e prevenirli. Ci tengo a dire che MedioCredito centrale, essendo anche gestore del Fondo di garanzia delle pmi, ha una doppia responsabilità anche dal punto di vista della garanzia pubblica di intercettare quei fenomeni di possibile illecito nella percezione dei fondi pubblici”.

Gavino Putzu, comandante del nucleo di Polizia economico-finaziaria della Guardia di finanza di Roma, spiega invece quali sono le strategie e gli strumenti con cui viene organizzato il contrasto all’attività di riciclaggio. “Nel nostro Paese questa azione si poggia su due pilastri fondamentali: la prevenzione, che è prettamente amministrativa, e l’attività di polizia giudiziaria sotto l’egida delle varie procure della Repubblica. L’attività amministrativa si fonda essenzialmente sulla collaborazione attiva di tutti i soggetti che sono a vario titolo destinatari della disciplina antiriciclaggio. Fondamentale ai fini della prevenzione del riciclaggio è il ruolo dei soggetti privati che il legislatore identifica come destinatari di una serie di obblighi: l’obbligo di adeguata verifica della clientela, di conservazione della documentazione, di tracciabilità delle operazioni e soprattutto di segnalazione delle operazioni sospette. Sono cioè gli operatori, finanziari e non, a dover fare le segnalazioni all’Uif della Banca d’Italia che effettua l’analisi finanziaria delle operazioni per poi trasmetterle attraverso un flusso telematico alla Gdf e alla direzione investigativa Antimafia che provvedono a effettuare i necessari approfondimenti investigativi”.

Grande attenzione è richiesta anche al mondo assicurativo. Piero Ranieri, Head of compliance and AML di Unipol, entra nel merito della sua funzione di coordinatore “di tutte le attività volte a prevenire il rischio di riciclaggio di denaro attraverso le società finanziarie del gruppo, sia le compagnie assicurative che altre società specializzate in altri tipi di businnes”. Si tratta, osserva di un “compito delicato perché dobbiamo interferire in modo significativo con l’attività di business, quindi cercare di rendere più fluido possibile il processo, tenendo alto il livello di controllo, riducendo al minimo questo rischio che oltre a essere una violazione della normativa per noi è anche una questione reputazionale. Una delle componenti fondamentali per avere un sistema di antiriciclaggio in un gruppo come il nostro è quello di un’adeguata formazione e diffusione della conoscenza delle varie tematiche: abbiamo più di 2mila agenzie con 30mila soggetti adibiti al collocamento di prodotti, diffondere questa cultura è complesso ma altrettanto importante e necessario”.

Ma qual è stata l’evoluzione della giurisprudenza in questo campo? Marcello Romano, Co-managing partner di Pirola, Pennuto, Zei & Associati, sottolinea che “va inquadrata nelle pronunce dei giudici della Corte di Cassazione che ultimamente ha stabilito un criterio molto importante e anche innovativo circa la modalità di contestazione del reato. E’ stato detto che elementi molto precisi e anche concordanti che possono in qualche modo essere l’indice della detenzione illecita di denaro, quali per esempio l’occultamento del denaro stesso, l’entità della somma, le persone che hanno occultato quel denaro che sono indagate, non sono elementi sufficienti per contestare il reato di riciclaggio. Cosa è necessario in più? Aver effettuato dei riscontri di fatto che sono assolutamente discendenti da una attività investigativa e non presuntiva. Quindi, di conseguenza, tutte le prove raccolte devono essere molto concordanti e precise al di là di ogni ragionevole dubbio“.

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