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Etilika, il vino tra e-commerce e rapporti umani

soldini etilika

Nata nel 2019, ha chiuso il 2020 con un fatturato di circa 2, 7 mln di euro: a questi numeri l’enoteca online Etilika.it ci è arrivata a solo un anno e mezzo dal lancio. L’obiettivo è valorizzare il lavoro che c’è dietro ogni bottiglia, attraverso la vendita di vini, champagne e superalcolici: più di 2000 etichette in tutto.

A queste se ne aggiungono circa 100 ogni mese, e ora Etilika.it rappresenta già un marchio noto tra i grandi appassionati di vini italiani: ha raccolto più di 7.000 recensioni certificate, con la percentuale di clienti soddisfatti più alta del settore (>99%, fonte Feedaty) e punta ad affermarsi rapidamente tra i marchi più importanti a livello europeo.

Un modello di business, quello di Etilika, che si è sviluppato sotto diversi punti di vista e che continua a farlo con progetti nuovi, come ad esempio la campagna advertising lanciata in occasione del Natale che, con protagonista il navigatore italiano Giovanni Soldini, sottolinea l’importanza di sostenere soprattutto prodotti di qualità e provenienti dal territorio italiano.

Ne parliamo con Michele Trotta, CEO e co-founder di Etilika.

Quali sono i punti di forza che caratterizzano il servizio di Etilika?

Sicuramente un servizio molto qualificato ed attento alle esigenze dei clienti durante le fasi di prevendita e postvendita. Inoltre, gioca un ruolo essenziale la rapidità di esecuzione legata al fatto che abbiamo una logistica interna molto efficiente. Questi due aspetti, insieme ad un’attenta selezione dei prodotti a catalogo ed in particolare di tutto ciò che è “made in Italy”, ha reso possibile il raggiungimento in breve tempo della migliore online reputation del settore di riferimento con più di settemila recensioni certificate. Il team, in buona parte formato da sommelier esperti, e la logistica interna ci consentono di lavorare ogni singolo ordine con grande attenzione e di poter effettuare qualsiasi personalizzazione richiesta dal cliente finale durante l’ordine. Il packaging, prodotto da Nakpack, è sostenibile e riciclabile ed è studiato appositamente per il trasporto sicuro delle bottiglie riducendo al minimo episodi di danneggiamento. Tutti questi elementi e soprattutto la particolare attenzione alla qualità del prodotto finale, concorrono a posizionare il servizio di Etilika in una fascia di clientela premium dove il carrello medio è pari a circa 150 euro.

Da questo punto di vista, altri aspetti molto apprezzati dai nostri clienti sono legati alla molteplicità di possibilità di pagamento durante il checkout che prevedono ben sette diverse modalità, inclusa quella a rate, e alla possibilità di orientare le proprie scelte di acquisto ascoltando contenuti audio (i Winecast di Etilika) realizzati dai produttori che descrivono le caratteristiche dei loro vini. Infine, siamo tra i pochissimi ad effettuare vendite “en primeur” per vini particolarmente ricercati e rari e comunque soggetti ad assegnazione. Questi vini, prima di essere pubblicati sul sito, vengono proposti in modalità esclusiva ai nostri clienti per un periodo di tempo limitato: aspetto particolarmente apprezzato da quella fascia di clientela con carrelli spesso superiori ai 500 euro.

Com’è cambiato il mercato del vino post pandemia e in che modo avete sfruttato il grande successo registrato dai canali di ecommerce?

Più che “sfruttato” lo abbiamo “subìto”. È un fenomeno che ha riguardato molti settori, ma chiaramente chi aveva alle spalle un business consolidato è riuscito ad adeguare rapidamente staff e processi al fine di garantire la qualità legata alla disponibilità dei prodotti ed alle tempistiche di lavorazione di ordini e delivery. In particolare, nel settore e-commerce legato al food & beverage, dove l’Italia è tuttora lontana dai numeri di altri Paesi – soprattutto di quelli del nord Europa – il consumatore ha scoperto suo malgrado questo nuovo canale che magari, fino a quel momento, aveva considerato esclusivamente per acquisti legati al mondo dell’elettronica di consumo o dell’abbigliamento. In Italia l’acquisto del cibo e del buon bere è spesso un acquisto passionale, dove la relazione ed il senso di fiducia con il produttore è molto importante. Con Etilika stiamo cercando di ricreare il rapporto umano che si crea in un punto vendita, con tutti i vantaggi dell’e-commerce: dalla possibilità di scegliere tra migliaia di etichette alla comodità e al risparmio legato al fatti di ricevere comodamente i propri vini preferiti a casa a distanza di appena uno o due giorni dall’ordine. Inoltre, chi prova il servizio, se servito correttamente ed efficacemente, tende a fidelizzarsi tornando ad acquistare gli stessi prodotti o a provarne di nuovi. La pandemia ha di fatto accelerato la possibilità di usufruire dello strumento dell’e-commerce da parte di una moltitudine di persone che ne avrebbero fatto volentieri a meno fino a quel momento. Una gran parte di questi sono diventati clienti abituali e questo per noi rappresenta un dato decisamente positivo.

Avete da poco esteso il vostro mercato anche all’estero, puntando alla Danimarca: quali sono i vostri prossimi obiettivi per il 2022?

In considerazione del tipo di catalogo che abbiamo creato, che si arricchisce ogni mese di circa cento nuove etichette, crediamo che il mercato estero possa rappresentare la naturale evoluzione di Etilika. Abbiamo l’obiettivo di far crescere i ricavi portando in circa tre anni un giusto equilibrio tra il mercato italiano e quello estero. Abbiamo quasi completato la versione in lingua inglese del sito e nel corso del prossimo anno aggiungeremo anche altre lingue. Siamo pronti per avviare le campagne marketing già da inizio 2022 in Francia, Germania, Olanda, Austria, Belgio e Spagna dove abbiamo riscontrato grande interesse. Infine, stiamo lavorando per poter operare in modo efficiente in UK che resta ad oggi il Paese, purtroppo extra-UE, in assoluto di maggior interesse da un punto di vista commerciale. I vini italiani sono sempre più apprezzati in un gran numero di Paesi in giro per il mondo: proprio per questo stiamo valutando alcune “super nicchie” che hanno delle potenzialità decisamente rilevanti, ma per ora preferiamo concentrarci sui vicini di casa.

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