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Alex Braga: “AI e musica aumentata, un’esperienza unica”

alex braga

Costruire un nuovo umanesimo digitale si può, ricordando sempre che l’atto della creazione resta inimitabile. La versione completa di questo articolo a firma di Alex Braga è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo 2022

Ogni rivoluzione tecnologica porta dei cambiamenti sociali e culturali fondamentali. Ogni rivoluzione culturale e sociale spinge il pensiero alla ricerca di nuove teorie e pratiche che portano a invenzioni e innovazioni che fondano la spina dorsale della nostra storia. È il cerchio del progresso. Della nostra persistente tendenza alla complessità. L’arte e la musica seguono perfettamente questo ciclo, da secoli. Dall’invenzione del pianoforte, che ha dato origine a tutto il romanticismo musicale, a quella del campionatore, introdotto al grande pubblico dai Kraftwerk nei primi anni Settanta e che ha permesso alla musica elettronica di stravolgere paradigmi conosciuti, aprendo la via a una serie di nuovi orizzonti chiamati Hip Hop, Techno fino alle avanguardie più astratte e concettuali di musica elettronica. E poi arriva l’intelligenza artificiale, una delle più straordinarie rivoluzioni tecnologiche degli ultimi venti, trenta, cento anni. Perché è un paradigma, perché fornisce a chi la usa la possibilità di creare a sua volta qualcosa di unico, perché è uno strumento per creare strumenti in ogni campo dello scibile e con applicabilità infinite.

Strumenti nuovi che aiutino gli artisti, che lavorino con loro per espandere i propri confini, e mai e poi mai si sostituiscano all’essere umano nell’atto della creazione.

In questi anni abbiamo assistito ad aberrazioni del marketing che ci hanno propinato intelligenze artificiali che compongo alla guisa di Bach, Mozart o Lennon, ma questi sgraziati tentativi di ginnastica commerciale non fanno altro che depistare e alimentare il dibattito sulla liceità e pericolosità presupposta dell’intelligenza artificiale. Appartengo fieramente al movimento di artisti che stanno contribuendo a forgiare il nuovo Umanesimo digitale, e dunque voglio sgombrare subito il campo: una macchina non deve e non può comporre, non può creare, perché non conosce il significato stesso della creazione, ma ne conosce e processa solo il significante e cioè i dati. E ignora tutto il resto che, guarda caso, costituisce il senso ultimo della vita.

Una macchina non soffre, non gioisce, non ama, non suda, non piange, non ha paura della morte. Queste sono le pulsioni alla creazione vera, originale, inimitabile, le espressioni più pure e astratte dell’unicità della nostra esistenza. Questo è il presupposto con cui io e i professori Antonino Laudani e Francesco Riganti abbiamo creato A-MINT, il nostro nuovo strumento musicale. La prima intelligenza artificiale al mondo in grado di aumentare in modo esponenziale le possibilità di ogni artista, adattandosi al suo proprio stile, per creare quella che abbiamo definito “Augmented Music” e che è alla base della mia opera Spleen Machine.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

*Alex Braga è musicista e cofondatore di A-Live

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