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Molti Ceo vogliono i lavoratori in ufficio full time

smart working lavoro manager Fortune Italia

Lo scenario del lavoro post pandemia inizia a prendere forma e rivela alcune sorprese.

Una nuova ricerca di Microsoft rileva che il 50% dei leader aziendali vuole che la propria azienda richieda o preveda di richiedere ai propri dipendenti di lavorare a tempo pieno quest’anno. Il fan più celebre di questa politica è Goldman Sachs, come ha spiegato personalmente a Fortune, ma non è il solo. Questa tendenza appare però inaspettata: in più sondaggi, infatti, una percentuale compresa tra il 30% e il 45% dei lavoratori da remoto ha affermato che è disposto a lasciare il posto se le opzioni a distanza verranno negate; solo il 3% dei colletti bianchi afferma di preferire il lavoro in presenza a tempo pieno. Nel mercato del lavoro super-rigido di oggi, negare ai lavoratori ciò che vogliono potrebbe rivelarsi una strategia rischiosa.

Ecco qual è la posizione di cinque grandi Ceo sul lavoro a distanza,  dal più generoso al meno permissivo:

Twitter

E’ essere l’azienda che vanta la politica di lavoro a distanza più permissiva di qualsiasi grande azienda tecnologica. Nel maggio 2020, l’allora Ceo Jack Dorsey disse ai suoi dipendenti che avrebbero potuto lavorare da remoto a tempo indeterminato, anche dopo la pandemia. Il suo successore, Parag Agrawal, ha riconfermato questa politica nel marzo 2022, twittando ai dipendenti: “Lavorerete ovunque vi sentiate più produttivi e creativi, e questo include il lavoro da casa a tempo pieno per sempre”.

Non che sia tutto ‘rose e fiori’ per i dipendenti di Twitter. Con alcuni in ufficio e altri a casa, il lavoro “sarà molto, molto più difficile” rispetto a quando erano tutti a casa, ha detto loro Agrawal. “Chiunque abbia partecipato a una riunione da remoto mentre altri si trovano in una sala conferenze conosce questa sensazione”. E prevede: “Ci aspettano molte sfide nei prossimi mesi”.

Rei

Prima della pandemia, più precisamente nell’estate 2020, il rivenditore di abbigliamento e attrezzature per attività all’aperto aveva pianificato di trasferire la sede centrale in un nuovo campus di circa 3 ettari, con un braciere, una bosco di mirtilli e cortili che potevano fungere da sale riunioni. L’azienda, invece, alla fine ha venduto il sito mai occupato su Facebook. L’anno scorso Rei (Recreational equipment, Inc.) ha annunciato che avrebbe abbandonato il “modello di ufficio tradizionale” e avrebbe consentito ai dipendenti di lavorare da casa fino a cinque giorni alla settimana. Gli uffici satellite restano invece disponibili per il lavoro in presenza.

General Motors

Apparentemente General Motors (GM) è quello con la politica di lavoro a distanza più sintetica: “Lavora in modo appropriato”. L’anno scorso l’amministratore delegato Mary Barra ha detto ai dipendenti che “laddove il lavoro lo consenta”, possono lavorare ovunque “se questo ha un maggiore impatto sul raggiungimento dei nostri obiettivi”. In una grande azienda manifatturiera come General Motors, molti lavori ovviamente non possono essere svolti da remoto, ma Barra afferma che GM potrebbe anche consentire ad alcuni lavoratori nei siti di produzione di completare “corsi di formazione online” da remoto.

I dipendenti riconoscono quella politica sintetizzata in una sola frase come una replica di quello che Barra ha fatto nel 2009 quando era capo delle risorse umane, sostituendo il codice di abbigliamento di 10 pagine di GM con due parole: “Vestire in modo appropriato”. Per quanto incredibile possa sembrare, quel cambiamento fu rivoluzionario nella cultura di GM dell’epoca. La nuova frase sottolinea che la politica di lavoro a distanza di GM, così come il codice di abbigliamento rivisto, permette ai dipendenti di essere indipendenti.

Citigroup

Prendendo una posizione più elastica rispetto agli altri principali competitor tra cui Goldman Sachs, JPMorgan Chase e Morgan Stanley, la società ha recentemente richiesto a tutti gli impiegati statunitensi vaccinati di tornare in ufficio almeno due giorni alla settimana. L’obiettivo finale, annunciato dall’amministratore delegato Jane Fraser, è di avere impiegati in ufficio almeno tre giorni alla settimana.

Fraser sta camminando su una linea sottile. Crede che la sua politica sarà più attraente per i dipendenti di alto livello rispetto alle politiche più severe degli altri leader di settore. Ma apprezza pienamente i vantaggi dell’interazione di persona. Ha scritto, in grassetto, sul blog ai dipendenti che “per molti dei nostri ruoli, crediamo fermamente che ci siano diversi vantaggi concreti nello stare fisicamente insieme”. Quindi, sebbene i dipendenti in presenza di Citigroup possano trascorrere fino a due giorni alla settimana a casa, non sempre potranno scegliere i giorni. Fraser ha detto loro che “ci aspettiamo che tutti siano sul posto in determinati momenti come parte dei nostri continui sforzi per aumentare la connessione e la collaborazione”.

Netflix

Il Ceo Reed Hastings è stato come al suo solito molto schietto sul tema lavoro a distanza. “Non vedo aspetti positivi”, ha detto l’amministratore delegato di Netflix al Wall Street Journal nel settembre 2020. “Non poter stare insieme di persona, in particolare a livello internazionale, è semplicemente sbagliato”. La pandemia lo ha costretto a lasciar lavorare da casa i dipendendenti per un po’, ma il gigante dello streaming li ha poi richiamati in ufficio dopo la festa del lavoro lo scorso settembre.

L’articolo originale è su Fortune.com.

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