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Millennial, meglio un figlio felice che un figlio in carriera

figli e carriera

Ogni genitore immagina quali incredibili avventure un figlio potrà avere nella vita, le tante scelte che potrà intraprendere. Difficile anche non sognare in grande: forse diventerà un atleta, un astronauta o il fondatore di un’azienda di intelligenza artificiale che ancora non esiste.

Secondo una nuova ricerca in realtà, invece di sognare che il proprio figlio diventi il prossimo Jeff Bezos o la prossima Oprah Winfrey, i genitori di oggi pensano che la felicità sia più importante. Mentre i millennial (coloro che sono nati tra l’inizio degli anni ’80 e metà degli anni ’90, ndr) assumono il ruolo di mamma e di papà, Brain, la società di consulenza di Beano Studios con sede a Londra, documenta il cambiamento generazionale nell’etica dell’educazione. In uno studio durato un anno e basato su oltre 200 ore di interviste faccia a faccia e su un sondaggio di 2.000 genitori – tutti pubblicati nel white paper ‘Raising Gen Alpha’ – i ricercatori hanno scoperto che l’81% dei millennial ritiene più importante per i propri figli essere felici piuttosto che avere successo. In effetti, l’esercito di genitori tra i 27 e i 40 anni oggi sta sacrificando la propria carriera nel tentativo di crescere figli felici.

La felicità come obiettivo di carriera

Secondo la ricerca, i millennial hanno sperimentato soprattutto il cosiddetto ‘helicopter parenting’ (genitori elicottero) durante la loro crescita: genitori che “si libravano” sulla loro testa cercando di controllare e rendere perfetto ogni aspetto della loro vita. Proprio per questo, ora che sono a loro volta genitori, i millennial rifiutano le classiche aspettative di carriera spesso riposte nei figli. Al contrario, danno priorità alla soddisfazione dei propri figli, anche respingendo le idee tradizionali sull’istruzione e sulla celebrazione dell’individualità.

Secondo la ricerca, l’87% dei genitori millennial incoraggia i propri figli a lottare per ciò in cui credono e l’83% ne coltiva l’individualità, mentre il 57% ritiene che la scuola non prepari i propri figli ad essere cittadini del futuro. Il rapporto aggiunge anche che l’attenzione per il benessere, che è stata valutata più importante rispetto al conseguimento di una buona istruzione, è cresciuta molto dopo la pandemia sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti. “Occupazioni precedentemente sottovalutate, come i lavoratori dei supermercati e gli operatori ecologici, hanno guadagnato grande visibilità e rispetto, costringendo il mondo a riconoscere il loro prezioso contributo alla società e a rivalutare le proprie opinioni su istruzione, carriera e importanza della felicità e della salute”, si legge nel rapporto.

Questo spiega perché un numero crescente di genitori fa meno pressione sui propri figli affinché conseguano una laurea: solo il 12% dei genitori millennial dichiara di desiderare che i propri figli frequentino l’università. In confronto, il 38% della popolazione britannica di 18 anni frequenta attualmente l’università. Di conseguenza, il rapporto prevede che quando i figli della Generazione A (quelli nati dopo il 2010) cresceranno, troveranno un lavoro che permetterà loro di esplorare le proprie passioni come fonte principale di reddito o di destreggiarsi tra un ruolo tradizionale di guadagno e un’appassionante attività secondaria. “Trovare e mantenere un sano equilibrio tra lavoro e vita privata non sarà solo desiderato dall’adulto della Generazione A, ma ricercato e forse persino atteso”, aggiunge il rapporto.

Genitorialità: il lavoro più importante

Per l’87% dei genitori millennial intervistati, fare il genitore è il lavoro più importante e lo prendono sul serio quanto, e a volte anche al posto, della loro grande carriera. Secondo il rapporto, “i genitori millennial sono professionalmente genitori come nessun’altra generazione prima di loro”. I genitori di oggi pianificano la propria carriera in funzione della nascita dei figli per creare il nido ideale, anche aspettando di essere finanziariamente stabili. Oltre un terzo dei genitori millennial ha pianificato e ricercato attivamente il momento migliore per avere figli, spesso aspettando di essere finanziariamente stabili, di aver raggiunto i propri obiettivi di carriera e di essersi sposati.

In confronto, solo un quarto dei genitori della Generazione X (i cosiddetti ‘boomer’, ndr) ha preso una decisione simile. Questa statistica sale al 40% nella Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012, ndr), a dimostrazione del fatto che le generazioni più giovani stanno pianificando la genitorialità in modo che si adatti alla loro vita più che mai. Questa mentalità spiega forse perché sono più felici di impegnarsi pienamente nella genitorialità, mettendo in secondo piano la loro carriera.

Essere emotivamente presenti è più importante che mai: il 77% dei genitori millennial dà la priorità al tempo con i figli rispetto alla carriera, e negli Stati Uniti i genitori non sentono di avere abbastanza tempo da dedicare alla famiglia. Alla domanda se vorrebbero trascorrere più tempo con i propri figli, il 47% degli intervistati americani si è dichiarato fortemente d’accordo, rispetto al 39% degli inglesi.

Divario di genere

Le mamme, inoltre, sono più propense dei papà (59% contro 49%) a mettere in secondo piano la propria carriera o a dedicare meno attenzione al lavoro, per dedicare più tempo ai loro figli. Secondo il rapporto, la metà dei papà millennial intervistati dichiara di prestare meno attenzione al lavoro rispetto al 37% dei papà della Generazione X, ma non hanno più probabilità dei papà della generazione X di dare effettivamente priorità al tempo con i figli rispetto alla carriera. Secondo il rapporto, “è invece la generazione di donne più istruita e di successo che sceglie di fare un passo indietro rispetto alla carriera e di fare i sacrifici necessari per concentrarsi sulla crescita di figli felici, essendo presente e disponibile in ogni momento”.

L’articolo originale è disponibile su Fortune.com.

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