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Foresta cittadina, a Roma piantati 550 alberi

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Un polmone verde nel cuore della capitale. Oltre cinquecento alberi per tutelare il territorio e migliorare la qualità della vita delle persone. A Roma, nel Parco regionale di Urbano di Aguzzano – tra la Via Nomentana, la Via Tiburtina e il Grande Raccordo Anulare – c’è una nuova foresta cittadina.

Il progetto è stato curato da Rete Clima, il network che accompagna le Aziende in percorsi Esg (sostenibilità, governance, Csr e decarbonizzazione), con la collaborazione di Sorgenia e la community dei Greeners (la community creata per i clienti della greentech energy company che promuove e premia tutte le azioni positive che contribuiscono a migliorare il Pianeta) e la campionessa di scherma Bebe Vio Grandis. É stato approvato dall’Ente Roma Natura, dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma e dal Municipio IV, e ha coinvolto oltre un centinaio di persone.

Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio Grandis, più semplicemente conosciuta come Bebe Vio. Schermitrice italiana, specialista del fioretto, campionessa paralimpica, mondiale ed europea in carica di fioretto individuale paralimpico

Dopo un breve intervento degli esperti di Rete Clima, che hanno illustrato le corrette tecniche forestali, i partecipanti si sono messi al lavoro insieme a Bebe Vio Grandis. “In tre giorni sono state messe a dimora oltre 500 piante delle circa 2000 previste nel Parco Regionale di Aguzzano”, hanno scritto sulla pagina Facebook di ‘Insieme per Aguzzano’, il Comitato di Cultura Ambientale per la tutela e valorizzazione del Parco di Aguzzano.

Secondo le stime di Rete Clima, gli effetti positivi di questa forestazione urbana saranno molteplici: innanzitutto, 550 alberi potranno assorbire 154 tonnellate di CO2, l’equivalente dell’anidride carbonica prodotta da 135 voli da Roma a New York. Saranno attenuate le cosiddette ‘bolle’ o isole di calore, rimossi gli inquinanti dell’aria, e ridotti i fenomeni di ruscellamento ed allagamento. E poi: gli alberi rendono felici.

É una lezione appresa dai giapponesi, che nel 1982 hanno inserito all’interno di un programma sanitario lo ‘Shinrin-Yoku’. Tradotto in italiano: ‘Bagni nella foresta’. Una cura per affrontare i disturbi legati allo stress, aumentare il benessere e incoraggiare il rilassamento.

Città verdi, le sfide del futuro e una fotografia poco chiara

Gli alberi e il verde in generale rappresentano un punto cruciale per costruire modelli di città sostenibili. Negli ultimi decenni i centri urbani sono cresciuti in maniera incontrollata, allargando i propri confini e generando una serie di problematiche, ambientali ma anche sociali.

Mentre fino a non molto tempo fa la maggior parte della popolazione viveva in contesti rurali, le stime prevedono che entro i prossimi 10 anni il 70% delle persone vivrà in città. Lo spazio urbano è per questo il luogo in cui giocheremo le sfide del futuro.

L’Unione europea, con la ‘Strategia europea per la biodiversità al 2030’, mira a piantare almeno 3 miliardi di alberi entro la fine del decennio. Ed anche con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’Italia nel piano di investimento per la “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano” si è prefissata piantumazione di 6,6 milioni di alberi entro il 2024 in 14 città metropolitane, con una dotazione finanziaria di 330 mln di euro.

Avere una fotografia chiara per capire a che punto siamo come Paese, però, non è così semplice. Manca un sistema di monitoraggio dettagliato nazionale o regionale. Nella sezione Geo Dati del portale open data del Comune di Roma, ad esempio, sono riportate soltanto le alberature dell’Ottavo Municipio (Parco Regionale dell’Appia Antica).

Insomma, non esiste una mappa completa in grado di dirci esattamente in che direzione stiamo andando. Tuttavia, il rapporto ‘Ecosistema Urbano’ di Legambiente pubblicato nel 2021 e riferito all’anno precedente, restituisce alcuni dati interessanti. Le città più alberate sono al Nord (con Cuneo in vetta e i suoi 190 alberi ogni 100 abitanti). Ma soprattutto, ciò che denuncia l’analisi, è il fatto che dopo la messa a dimora, troppo spesso si trascuri la corretta pianificazione e gestione del verde pubblico.

Fonte: Legambiente

Dopo uno slancio iniziale, può accadere infatti che si investi poco nella gestione della pianta. “In tante occasioni le
amministrazioni pubbliche si sono rivelate nemiche degli alberi, spendendo poco nella successiva manutenzione del verde”, chiosa l’associazione.

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