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Quarenghi (Amex): Pagamenti digitali in crescita ma il contante resiste | VIDEO

Gilead

Il nostro Paese continua a crescere nei pagamenti digitali, spiega Enzo Quarenghi, amministratore delegato di American Express in Italia. Il contante, però, resta ancora molto presente

Presente in 198 Paesi, con 133 milioni di carte emesse in tutto il mondo, American Express vanta una storia lunga quasi due secoli. Fondata nel 1850 a New York, l’azienda americana specializzata nelle soluzioni di pagamento, nell’erogazione di servizi e la più grande emittente di carte di credito per volume di acquisto è anche nota per i vantaggi dedicati ai viaggiatori e la loro diversificazione calibrata sulle esigenze di privati e imprese. Concentrandosi sull’analisi delle tendenze di consumo Amex propone infatti ai propri clienti servizi ed esperienze disegnati su misura sulle loro passioni, articolando un insieme variegato di benefici che diversifica in base al tipo di carta di cui sono titolari.

Oltre al Travel e al Lifestyle, un altro aspetto che rimane in primo piano per l’azienda è il potenziamento della sicurezza e della protezione della privacy. Un problema sempre più sentito nel nostro Paese, dove le truffe e i furti di dati dalle carte di credito continuano ad aumentare di anno in anno. Secondo un recente rapporto dell’Osservatorio Cyber di Crif l’Italia si mostra tra gli Stati più colpiti da questo fenomeno, collocandosi al quattordicesimo posto della classifica stilata dalla società privata di informazioni creditizie.

Un approccio, quello improntato all’innovazione, che in Amex si riflette non solo nella tutela e nella gestione dei clienti, ma anche nel rapporto istaurato con i propri dipendenti. Vantando politiche di Inclusion & Diversity, quelle relative alla valorizzazione della professionalità femminile e diverse possibilità di smart working, l’azienda statunitense si posiziona infatti in cima alla classifica Best Workplaces Italia, identificandosi tra le migliori società in cui lavorare nel nostro Paese.

Da settembre 2022, con il ruolo di Senior vice president e amministratore delegato, a guidarla per l’Italia è stato nominato l’ingegner Enzo Quarenghi, un nome di rilievo che American Express conosce da tempo.

 

Ingegner Quarenghi, come mai ha accettato questa sfida?

Nel mio percorso professionale sono ingegnere ed è qualcosa che porto con me. Sono stato in American Express moltissimi anni, dal 2006 fino al 2019, un periodo che ha segnato la parte più importante della mia carriera. Poi ho passato quattro anni a fare cose diverse. In particolare, l’ultima esperienza che mi ha arricchito molto è stata nell’ambito del fashion, dopo la quale mi è stata offerta la possibilità di rientrare in Amex come Ad. Oltre che un’opportunità, è stato un onore poter tornare a guidare una società che vive il business in modo innovativo, di grandi valori e che possiede una gestione del personale assolutamente all’avanguardia. Quindi la somma di queste cose e il legame affettivo che avevo con Amex mi ha portato ad accettare con entusiasmo.

In Italia i pagamenti digitali sono in crescita. Nel 2022 hanno sfiorato i 400 mld, circa il 40% dei consumi, eppure c’è ancora chi predilige usare il contante. Secondo lei perché?

Diciamo che uno dei pochi aspetti positivi della tragedia di Covid è stato quello aver dato un’accelerazione importante nell’uso dei pagamenti digitali in Italia, perché ormai il denaro contante è meno del 50% dei pagamenti delle famiglie. Un valore che rimane però estremamente alto se comparato ad altri Paesi europei, soprattutto a quelli del Nord Europa, dove è sotto la soglia del 2%. L’Italia è un Paese particolare, ha la più grande concentrazione delle piccole e medie imprese del Vecchio continente e una popolazione con un’età media relativamente alta rispetto agli altri Stati europei. Di conseguenza una somma di due aspetti principali continua a spingere il contante: quella culturale, dovuta a una popolazione grande di età che ha meno dimestichezza con gli strumenti innovativi e digitali, e quella dell’economia sommersa nel Paese, che è ancora molto presente e produce contante. Va detto però che il denaro contante pesava quasi il 60% dei pagamenti nel 2019 e adesso siamo al 50%. È stata un’accelerazione significativa che raramente si vede in uno spazio temporale così corto. Quindi siamo sulla buona strada e sicuramente le nuove generazioni aiuteranno la transizione.

Quindi il nostro Paese per ora non è ancora al passo con i tempi?

Rispetto ai Paesi con cui ci confrontiamo, cioè all’Europa continentale, all’Inghilterra e agli Stati Uniti, sicuramente dobbiamo continuare a lavorare. L’accelerazione che c’è stata negli ultimi anni ci fa ben pensare ed è un’accelerazione che continua. Infatti, anche l’ecommerce B2C, rispetto al 2019, oggi ha un volume superiore del 50%, segno che mostra un’accelerazione dei pagamenti digitali, delle carte di credito, dei wallet. Quindi sicuramente la risposta alla domanda è no, non siamo ancora al passo degli altri Paesi, ma stiamo recuperando.

Lo smartphone sembra essere lo strumento principale per i pagamenti cashless. Quali sono le prossime frontiere per il settore?

Partendo dal punto che abbiamo appena fatto, in realtà in Italia la carta di credito deve ancora un po’ affermarsi. Siamo ancora un Paese che ha bisogno di accettare questo strumento di pagamento in modo estensivo. E il terminale con cui questa transazione elettronica viene fatta – che può essere il mobile, la carta di credito o anche un wearable – non è davvero significativo. Sicuramente il mobile wallet e i wearable rappresentano i due fattori fondamentali della crescita dei pagamenti digitali in negozio, con un +122% rispetto al 2021 (dati Osservatorio innovative payments del Politecnico di Milano, ndr). Da questo punto di vista, non c’è una frontiera che sostituirà il mobile device piuttosto che la carta di credito. Sono strumenti che si devono affermare.

Quali sono le nuove esigenze delle aziende rispetto ai pagamenti digitali?

In Italia abbiamo una realtà che è basata sulla piccola e media impresa. Senz’altro, con l’aumento del costo del denaro che abbiamo osservato negli ultimi dodici mesi, le dilazioni di pagamento sono molto importanti così come l’ottimizzazione delle spese.  La gestione di quelle aziendali con strumenti digitali permette un’organizzazione più efficiente del lavoro e anche un lavoro sul capitale circolante per avere più capitale disponibile. Quindi, differire i pagamenti usando strumenti digitali è senz’altro una necessità che le piccole, le medie ma anche le grandi imprese hanno e strumenti come le carte di credito possono aiutare ad affrontarle.

E le esigenze dei consumatori quali sono?

I consumatori sono una platea molto vasta che, oltre al pagamento, ha bisogno di servizi. American Express è una società che ha nel pagamento una sua funzionalità, ma senz’altro non è l’unica. Noi siamo una società che opera nell’ambito del premium e di una value proposition sempre più articolata. Siamo anche una delle più grandi agenzie di viaggi full service del mondo. I nostri servizi vanno dal lifestyle fino al travel e abbracciano una serie di necessità che i nostri consumatori hanno sempre più vive.

Cosa fate per restare in linea con quelle dei vostri clienti?

Beh, allora diciamo che la customer centricity per Amex è fondamentale. In tutto ciò che facciamo per noi il cliente deve essere sempre al centro. Per le nuove generazioni, ad esempio, stiamo lavorando tantissimo sull’innovazione digitale, in modo da avere una facilitazione di accesso ai nostri servizi che sia veloce, fruibile, accessibile dappertutto e sempre più semplice. Anche perché l’innovazione spesso non è inventare cose complesse, ma è prendere cose complicate e renderle più semplici. Questo è un po’ la nostra missione: dare valore perché non esiste solo l’efficienza. Certo, si lavora per i ricavi ma il valore che viene restituito al cliente deve essere importante perché, soprattutto per i giovani, il cosiddetto rational value dei prodotti è molto pesante. I giovani guardano al valore dei prodotti che comprano in modo molto analitico. E in questa direzione noi stiamo andando.

Quali sono le iniziative per le PMI e il commercio di prossimità?

Nel Paese facciamo tantissime iniziative per stare vicino alle piccole e medie imprese per le quali tra l’altro i consumatori hanno una grande predilezione. In tantissimi spendono vicino alla propria abitazione. È una tendenza crescente nel Paese, anche per via della nostra caratteristica regionale locale. Noi lavoriamo con i piccoli imprenditori per dare loro visibilità anche su strumenti digitali, aiutandoli ad avvicinarsi all’ecommerce, ad avere – tramite gli strumenti di Amex – una vetrina digitale. Poi utilizziamo i nostri mezzi di comunicazione per fare arrivare l’offerta dei negozi di prossimità ai titolari mettendo in comunicazione domanda e offerta.

Le sfide per il 2023 di American Express quali sono?

Vogliamo consolidare la nostra offerta nel segmento premium, dove Amex eccelle, arricchendola sia dal punto di vista degli eventi sia da quello dei servizi che offriamo. Dall’altra parte vogliamo anche andare incontro alle esigenze del Paese e supportare le piccole imprese. Continuare nell’offerta di ottimizzazione del capitale circolante e delle spese aziendali è un’altra parte della strategia con cui vogliamo dare maggiore valore a un’eccellenza del servizio che ci ha sempre contraddistinto. Vi ricordo che American Express è una società abbastanza vecchierella, quest’anno compie 173 anni. Siamo arrivati fin qui mettendo sempre il cliente al centro.

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