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Strage sul lavoro, Capone (Ugl): non esiste fatalità, gli operai morti sono un oltraggio alla convivenza civile

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Cinque morti. Una strage. Un Paese intero sgomento davanti alle storie delle vittime della tragedia di Brandizzo. Gli operai della ditta appaltatrice Si.gi.fer di Borgo Vercelli uccisi sulle rotaie dal treno vuoto piombato su di loro avevano l’autorizzazione a stare su quei binari? Quali sono le comunicazione tra i responsabili della ditta e quelli di Rete ferroviaria italiana? Cos’è che non ha funzionato? Sarà un’inchiesta a rispondere a queste domande e ad accertare se sono stati commessi reati e di quale natura. Quale che sia l’esito dell’inchiesta, non verranno riportati in vita quei cinque operai che la mattina sono andati a lavoro e a casa torneranno in una bara.

Segretario Nazionale Ugl. Paolo Capone in un incontro a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni

La tragedia riaccende i riflettori sul tema della sicurezza sul lavoro. L’Italia, secondo l’ultimo report Eurostat (2018), per le morti sul lavoro è seconda soltanto alla Francia. Una media di 2,4 incidenti mortali al giorno. Una conta che, tuona Francesco Paolo Capone, segretario generale UGL a Fortune Italia, non possiamo più accettare.

Sulla sicurezza sul lavoro l’Italia ha ancora molto da fare: secondo gli ultimi dati Inail relativi ai primi 6 mesi del 2023, nel nostro Paese si sono verificati sul lavoro più di due morti al giorno. Non è un problema che riguarda soltanto noi, chiaramente. Ma perché ci ritroviamo in questa situazione? Cos’è che non funziona?

I tagli lineari agli investimenti sulla sicurezza dei lavoratori, la piaga dilagante del lavoro sommerso, il progressivo innalzamento dell’età pensionabile, l’assenza di controlli nei subappalti. I motivi sono svariati e queste possono essere certamente fra le cause principali che ci hanno portato a questa situazione. La strage sul lavoro a Brandizzo è terribile e ci ha sconvolti. Ci ha lasciato sgomenti per la gravità di un incidente che appare inconcepibile alla luce delle tecnologie e degli strumenti di cui disponiamo nel 2023. Ecco perché risulta necessario fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente e determinare le negligenze e le violazioni delle norme di sicurezza, accertando le condotte di imprudenza, imperizia e negligenza che possono aver provocato la morte dei cinque operai.

I sindacati hanno fatto sentire la loro voce attraverso scioperi e mobilitazioni. Quali sono le ragioni per cui UGL protesta?

Nei primi 6 mesi del 2023, secondo l’Inail sono state 450 le denunce di infortuni mortali. Sono dati impressionanti che fotografano una vera e propria strage sul lavoro. Di fronte a questi numeri è intollerabile parlare di tragica fatalità. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sostiene che le morti sul lavoro siano un oltraggio alla convivenza civile ed è così. Attraverso manifestazioni e mobilitazioni l’UGL vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni il drammatico fenomeno delle cosiddette ‘morti bianche’ e dire basta infortuni mortali sul lavoro.

Appalti, privatizzazioni, mancato rispetto delle norme di sicurezza, aumento dei ritmi di lavoro, riduzione del personale. Quanto e cosa incide di più tra tutti questi elementi sulle morti sul lavoro nel nostro Paese? 

Esiste un tratto comune che lega la maggioranza dei casi: la scarsa o inesistente attenzione al tema della sicurezza sul lavoro, che viene messa in atto in ogni singola attività lavorativa. Non esiste la fatalità. O non si rispettano le norme e i protocolli o questi non ci sono. In entrambi i casi non si può parlare di fatalità. Il tema della sicurezza deve continuare ad essere al centro dell’agenda politica e rappresentare la priorità in un Paese che fonda la propria Costituzione sul diritto al lavoro.

Cosa chiede UGL alle aziende e alle istituzioni responsabili di certi lavori?

Riteniamo debba essere intensificato il lavoro avviato al tavolo fra istituzioni, parti sociali e datoriali per definire le proposte volte a implementare gli investimenti sulla sicurezza, rafforzare le norme di contrasto al caporalato e al lavoro nero, potenziare il coordinamento delle banche dati e degli organi di vigilanza e aumentare l’organico del personale ispettivo indispensabile per effettuare i controlli.

La formazione dei lavoratori sulla sicurezza viene rispettata? 

Anche su questo versante sono necessari maggiori interventi. È essenziale la promozione da parte delle istituzioni di una vera e propria cultura del lavoro sicuro che indichi nella tutela della salute e della vita il primo diritto fondamentale da riconoscere ai lavoratori. In questa prospettiva occorre puntare sulla formazione e sull’addestramento che svolgono un ruolo cruciale, a partire dalle scuole secondarie.

In una nota stampa UGL ha sottolineato come sia fondamentale in questo momento garantire anche un risarcimento danni dovuto alle famiglie degli operai deceduti. È davvero possibile risarcire quando si ha a che fare con una tragedia?

Non soltanto è possibile ma anche doveroso. Come UGL abbiamo assunto l’impegno di vigilare accuratamente sull’evolversi degli eventi che seguiranno, ovvero sulle indagini, sulle responsabilità e colpe che emergeranno come anche sulla corretta applicazione e riconoscimento del risarcimento danni dovuto alle famiglie degli operai deceduti.

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