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La settimana, storie e analisi: Smart (?) working

stress lavoro

Notizie, approfondimenti e commenti della newsletter di questa settimana (ci si registra qui): Cosa imparare da Trump e Biden; il cambio di strategia di Bonomi; la sostenibilità fatta bene; l’utilità del networking; la staffetta di Intesa.

 

Oggi, per come lo stiamo conoscendo in Italia, lo smart working è essenzialmente la prosecuzione disordinata del lavoro da remoto imposto dall’emergenza Coronavirus. Le opportunità, enormi, sono almeno pari ai rischi che stiamo correndo. Perché quella che si annuncia come una rivoluzione epocale potrebbe anche rivelarsi una gigantesca trappola.

 

Ce ne occupiamo, a partire dal titolo che abbiamo scelto – Smart (?) workingsul nuovo numero di Fortune Italia, che arriva oggi in edicola. Ci si può abbonare a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

 

C’è un legame stretto tra la salute mentale, la ripresa economica e l’ idea stessa di futuro.
Con un nuovo e-meeting, che verrà trasmesso in diretta sui nostri canali social, Fortune Italia e Lundbeck Italia ne discuteranno il 10 ottobre con gli esperti del settore e il mondo delle aziende, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale.

 

 

L’opinione

Di Fabio Insenga

Guardiamo spesso agli Stati Uniti come un territorio all’avanguardia. Capace di anticipare tendenze e di guidare il progresso. È storicamente vero, almeno in parte. E ci sono ambiti in cui il modello americano porta con sé un valore aggiunto. Poi, c’è la presidenza di Donald Trump e tutto quello che rappresenta.

Il primo mandato ha prodotto il confronto che è andato in scena tra Trump e Biden. Uno show senza contenuti, con argomenti, linguaggio e registro della comunicazione totalmente imposti da Trump. E Biden alle prese con l’eterno dilemma dello sfidante democratico (o progressista, o comunque antagonista di un populista): tentare di spostare il confronto sui contenuti, restando schiacciato dagli slogan e dalle accuse dell’avversario, o accettare la sfida sul terreno dello scontro senza esclusione di colpi, rendendosi complice di uno spettacolo indecoroso?

 

Trovate qui l’opinione integrale.

[email protected]

 

 

Le altre storie della settimana

Economia
Bonomi cambia strategia, ora serve un patto per l’Italia

 

Se non è un’inversione a ‘u’, è sicuramente un cambio di strategia. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dopo gli attacchi frontali al governo dei suoi primi passi alla guida di Viale dell’Astronomia, parlando all’assemblea degli industriali, si rivolge al premier Giuseppe Conte, presente in platea, con toni diversi: “Serve un nuovo grande patto per l’Italia“. La conflittualità, una volta capito che la legislatura può proseguire con questo assetto istituzionale, cede il passo al realismo. E alla proposta.

 

 

illimitHER
Martina Rogato: “Mettete il bavaglio alla sindrome dell’impostore”

 

È una parola che negli ultimi tempi va di moda, sostenibilità. Forse anche per questo Martina Rogato, che fa la consulente aziendale in tema di sostenibilità ambientale e sociale, ed è anche la Presidente di Young Women Network, tiene subito a precisare che “è una cosa che si fa con i fatti e non con le parole”, altrimenti si tratta semplicemente di green washing, cioè una doccia di buoni propositi senza nulla di concreto. Rogato è stata la protagonista del terzo appuntamento di #illimitHER, il programma di incontri con role model femminili e under 35 promosso da banca illimity insieme a un ecosistema di organizzazioni che promuovono la diversità, l’inclusione e l’empowerment delle giovani donne, di cui fa parte anche la comunità Most Powerful Women.

 

Imprese
Il networking antidoto per la crisi

 

La crisi di ottobre si sta avvicinando, inutile girarci intorno: sarà dura. Anche se esiste il blocco dei licenziamenti non siamo naive… il sistema per licenziare “dolcemente” c’è, di recente anche il governo lo ha previsto. Resta da capire se vi siano soluzioni. In passato, sul fronte manageriale, ho discusso della validità del modello di fractional executive per i manager in uscita dalle aziende. Oggi invece parliamo dell’arte del “fare rete e costruire relazioni” (networking in inglese).

 

Banche
Intesa assumerà 2500 persone (con 5000 uscite volontarie)

Il Gruppo Intesa Sanpaolo assumerà, dal 2021 al 2023, 2500 persone. Entro il 2026 invece, se ne andranno 5000 impiegati. Le cifre sono state stabilite nell’accordo (firmato stanotte) tra il nuovo gigantesco gruppo bancario, nel pieno del percorso per l’integrazione di Ubi Banca (che porta in dote i suoi 20mila dipendenti), e i sindacati.

 

 

Notizie Adnkronos:

– L’industria alimentare guarda a fine anno con forte preoccupazione

– Descalzi: “Da energia mare grandi prospettive anche per Recovery Fund”

 

 

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