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Arte e intelligenza artificiale, amplificare la realtà

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Serena Tabacchi, direttrice e cofondatrice del Museo d’arte contemporanea digitale, spiega perché le macchine “ci salveranno”. La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo 2022.

Il rapporto tra l’arte e l’AI come “dialogo”, il metaverso come amplificazione della realtà in cui si possono esporre cose prima impossibili. Serena Tabacchi è direttrice e cofondatrice del Museo d’arte contemporanea digitale e si occupa di arte e tecnologia supportando artisti italiani e internazionali. E spiega perché delle macchine non bisogna avere paura, anzi perché “ci salveranno”.

Cosa sta accadendo nel rapporto tra arte e AI?

L’artista non crea più su tela, ma interagisce con algoritmi di intelligenza artificiale. Dal materiale dato ‘in pasto’ agli algoritmi si producono nuove immagini, statiche o in movimento, frutto dell’interazione tra artista e AI. È una forma di dialogo. La macchina è creativa nel senso che dà la possibilità all’artista e al pubblico di vedere cose che altrimenti non si sarebbero mai viste. Ma la sua creatività dipende dalle informazioni fornite dall’artista, dagli stimoli in ingresso. Il plus della macchina è che riesce a elaborare un quantitativo di informazioni per noi impensabile. Questo lavoro dell’AI su masse enormi di contenuti apre all’artista un territorio che altrimenti resterebbe sconosciuto. È come se l’AI attivasse una parte dell’artista altrimenti dormiente. Molti dicono che questa non sia propriamente arte, perché non è frutto della mano dell’artista. Altri apprezzano la collaborazione. Quanto c’è dell’artista e quanto della macchina? Il dibattito è aperto. Secondo me la macchina è usata come mezzo e il diritto d’autore rimane all’artista, che dà l’input iniziale e fa la selezione finale.

Chi sono i protagonisti di queste nuove forme di arte?

Uno dei primissimi e più geniali artisti è Robbie Barrat, un ragazzo americano di 22-23 anni: è stato un pioniere degli Nft e le sue opere sono tra le più quotate. Le donne sono poche, tra loro c’è Sofia Crespo che fonde codici genetici con altri elementi creando bellissime piante o animali che non esistono in natura, e così ci mostra mondi possibili di biodiversità. L’americano Pinder usa la robotica per dipingere e l’interazione algoritmica con l’immagine. Da 4 miei selfie ha generato un dipinto che ho a casa e in esposizione: è una mia riproduzione piuttosto distorta, ma è interessante vedere come la AI ci percepisce e ci restituisce. Tra gli artisti italiani abbiamo Mattia Cuttini, Luca Donno, Giuseppe Lo Schiavo, Massimo Franceschet, solo per citarne alcuni. Ora al MEET, il centro internazionale per la cultura digitale di Milano, è in esposizione l’opera di Refik Anadol ‘Renaissance Dreams’: partendo dall’archivio del Rinascimento italiano, tra ‘300 e ‘600, ha prodotto mediante AI sculture e opere mai esistite: nuove forme ipotetiche e ipnotiche, dinamiche, emozionali.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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