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Estate nera per il settore dell’ortofrutta tra alluvioni, maltempo e caldo: carrello della spesa salato

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L’estate del 2023 ha portato con sé una serie di sfide per il settore primario italiano, dalle alluvioni ai problemi climatici e alle invasioni di specie marine, con conseguenze dirette sulle tasche dei consumatori. L’ortofrutta e la pesca, componenti cruciali del carrello della spesa, stanno subendo gli effetti di queste avversità, contribuendo a un aumento significativo dei prezzi al consumo.

L’analisi condotta dalla Coldiretti, basata sui dati Istat, rivela che i prezzi al consumo di frutta e verdura hanno registrato un aumento del 14% e del 20% rispettivamente a luglio, una tendenza attribuita in parte all’incremento dei costi del carburante. Il settore dell’ortofrutta vale 14 miliardi di euro e rappresenta circa il 20% del totale della spesa alimentare dei consumatori. Con oltre 300mila aziende coinvolte, questo settore contribuisce al 40% dell’occupazione e fa dell’Italia uno dei principali produttori mondiali di diverse varietà di frutta e verdura.

Tuttavia, quest’anno ha portato una serie di sfide. Michele Ponso, presidente di Confagricoltura, sottolinea l’effetto combinato dell’aumento dei costi di produzione, dell’inflazione e degli eventi climatici estremi, creando un mix esplosivo che minaccia il futuro delle imprese agricole. Questo aumento dei prezzi è emerso già nel 2022, con le famiglie italiane che hanno speso in media il 4,7% in più per le verdure e il 2,7% per la frutta rispetto all’anno precedente.

Le difficoltà si sono aggravate nel primo semestre del 2023, portando a una riduzione del 4,5% nelle quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani, nonostante una spesa media annua del 7,3% in più. I costi della logistica, spinti dall’aumento del prezzo del carburante, rappresentano una delle principali sfide per l’ortofrutta, incidendo per circa un terzo del totale dei costi.

L’effetto del maltempo si è dimostrato particolarmente dannoso per i raccolti. Con una media di 42 eventi climatici estremi al giorno a luglio, i cambiamenti climatici hanno avuto un impatto significativo sulle campagne italiane, portando a una riduzione del 10% nella produzione di grano e al 70% nel raccolto di miele rispetto all’anno precedente. I frutteti sono stati anch’essi colpiti, con una diminuzione del 60% nella produzione di ciliegie a causa delle alluvioni in Romagna e del 63% per le pere.

Inoltre, la minaccia del granchio blu sta causando problemi agli allevamenti di cozze e vongole, contribuendo all’aumento dei prezzi al consumo dei frutti di mare. A luglio, i frutti di mare freschi sono aumentati del 2,1% su base annua e del 7,2% quelli congelati. Coldiretti suggerisce agli acquirenti di fare acquisti in base alle esigenze giornaliere, acquistare prodotti locali, supportare gli agricoltori e i mercati contadini, e considerare prodotti esteticamente non perfetti ma ancora nutrizionalmente validi.

La situazione si prospetta difficile anche per la vendemmia, con una prevista riduzione del 40% nella raccolta di uva a causa dei danni causati da siccità, alluvioni e malattie come la peronospora. L’intervento del governo, seppur con un primo stanziamento di un milione di euro, è considerato da alcune parti insufficiente per affrontare le sfide del settore agricolo in questo momento critico.

In conclusione, l’estate nera del settore primario italiano sta avendo un impatto significativo sul carrello della spesa dei consumatori, con l’aumento dei prezzi di frutta, verdura e frutti di mare che riflettono le difficoltà incontrate dagli agricoltori e dagli allevatori. Misure concrete e interventi governativi potrebbero essere necessari per affrontare questa situazione e garantire una fornitura continua e accessibile di prodotti alimentari di qualità.

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